Reputazione digitale: ego surfing e pulizia digitale

I motori di ricerca come Google, sono diventati una sorta di terreno dove misurare la reputazione digitale e professionale di una persona.


Tutti, privati, enti pubblici, responsabili del personale o semplici curiosi, possono su un motore di ricerca, trovare rapidamente tutte le notizie collegate a una persona.

Questa pratica di consultazione della reputazione, chiamata web surfing, è uno strumento con una certa efficacia e immediatezza, ma che nasconde anche dei rischi e pericolosi equivoci dietro l’angolo.

Le persone molto attive sulla rete, con contenuti, post o con una serie d’immagini collegate, vengono immediatamente indicizzate ogni volta che si digita il proprio nome esatto; è possibile ricreare una sorta di storytelling del curriculum digitale presente sul web.

Uno strumento potente per associare una persona a delle informazioni, è rappresentato dai social che l’elaborano e amplificano grazie a potenti algoritmi.

Questo vera onda divulgativa è facile per chi ha una vita intensa sulla rete e al proprio nome sono associate molte notizie.

Ben più diversa è la situazione di chi non ha una presenza diffusa di contenuti col proprio nome, in questo caso c’è il rischio di vedervi associare dai motori di ricerca persone con omonimia.


Non è facile individuare il profilo di una persona con poche informazioni sul web, ansie è impossibile, la profilazione del nome può diventare anche pericolosa ed equivoca, se tra le persone che hanno lo stesso nome, ci sono profili con delle condotte discutibili.

Il rischio è che il proprio nome possa essere associato, in maniera pericolosa a persone poco raccomandabili, con il rischio di perdere la reputazione personale, professionale e delle opportunità lavorative.

Considerato che molte aziende, per verificare l’attendibilità di un curriculum, utilizzano come cartina di tornasole il motore di ricerca bisogna monitorare il web per stare tranquilli.

Reputazione digitale: cos’è l’ego surfing?


È l’abitudine più o meno diffusa di dare conferma al proprio ego, verificando quante volte compare la propria persona digitando il nome e il cognome su un motore di ricerca.

L’intento è quello di verificare la presenza e l’indicizzazione sul web; è un esercizio spesso di mera vanità ma che sottende anche una tendenza per misurare la credibilità e l’autorevolezza della propria persona.


Come un novello Vanesio digitale, chi opera l’ego surfing, ricerca nello specchio della rete la conferma alla sua grandezza, o il ristoro ai suoi dubbi e alle sue incertezze caratteriali, trovando le risposte che cerca, oppure rimanendo atterrito nel trovare notizie a lui associate che non gli appartengono.

L’ego surfing è anche un utile esercizio per ragioni collegate alla privacy, per controllare i dati sensibili associati a una persona.
Sono tanti i dati che abbiamo immesso navigando in rete e iscrivendosi a siti e social, monitorandola, possiamo verificare quante informazioni sensibili “abbiamo perso per strada” e se possono ledere la nostra sfera personale.

L’importanza di fare ego surfing per la reputazione


Questa nuova tendenza, nata come una sorta di vanità digitale per verificare la presenza del proprio nome e cognome sulla rete e di avere conferme e sicurezze virtuali, quando magari nella realtà mancano.

Oggi diventa uno strumento per monitorare anche lo stato di salute della propria reputazione professionale e umana.

La neonata figura del manager della reputazione digitale (E-Reputation Manager), scandaglia la rete come con una sorta di sonar, per individuare tutte le mine che intaccano la credibilità di un cliente che ha riscontrato delle anomalie nella sua attendibilità e queste falle, continuando la metafora marinara, possono vanificare anche il buon esito di una ricerca di lavoro, di una commessa o un contratto.

Come difendersi dai contenuti negativi su Google


Oggi la figura dell’E-Reputation Manager, è un ruolo professionale innovativo e per ora non molto conosciuto dai comuni utenti della rete.

La figura è sempre più presente nel mondo delle professioni, del management e delle imprese, per la sua specifica specializzazione nella gestione della reputazione digitale e anche della vita normale delle persone.


Il suo ruolo di consulente è divenuto quasi necessario per molti personaggi che avevano un omonimo molto conosciuto sulla rete per ragioni poco nobili o per avere delle pendenze con la giustizia, rischiando d’inficiare vere e proprie carriere.

I rischi reputazionali su Google


Per comprendere quanto possa essere pericoloso avere un nome simile a uno tristemente noto sulla rete o sui mass media, vi ricordo il caso di Mark Caltagirone che ha interessato il gossip per alcuni mesi.

È un esempio inverso che fa comprendere i rischi di una malaugurata omonimia.

Un anonimo operaio siciliano, reo di chiamarsi con lo stesso nome del personaggio di fantasia, inventato per alimentare le pagine della cronaca rosa, è stato bersagliato per mesi da cronisti o dagli haters (odiatori) della rete.

È possibile rimuovere i contenuti dai motori di ricerca?


La domanda ha una rapida e pronta risposta, si e con estrema facilità se ci rivolgiamo a un professionista del settore come l’E-Reputation Manager, in quanto la procedura richiede delle competenze non solo informatiche, ma anche redazionali e di scrittura SEO.

Infatti non bisogna solo eliminare un link, ma occorre bloccare l’indicizzazione di un contenuto su Google (cancellare tutte le tracce in rete favorite dal linguaggio SEO).

Come rimuovere i contenuti


Una informazione e un contenuto, scomodo, impreciso o lesivo della reputazione, pubblicato su un sito, blog o social su una persona, rimane attiva e visibile anche se è ormai vecchia.


Per i contenuti personali, pubblicati su piattaforme di cui si è amministratori, la procedura di rimozione è semplice, anche se la l’annullamento della indicizzazione presente nell’indice di ricerca va richiesta al motore web. In questo caso la rimozione dei contenuti è cosa fatta e anche la reputazione è salvaguardata.


Per togliere dall’indicizzazione di Google i contenuti di cui non si è proprietari occorre richiedere al motore di ricerca l’eliminazione motivando la richiesta.

Google consente di eliminare i contenuti che ledono e violano le sue linee guida e anche quelli che riportano dati sensibili di una persona che ne chiede la rimozione, ai sensi delle varie leggi sulla privacy.

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